Unicredit: stato contro libero mercato.
Lo statalismo è sempre contro la libertà, lo sviluppo e l'innovazione.
Unicredit parte all'attacco. Il mese scorso entra di prepotenza in Commerzbank e arriva al 20%, l'obiettivo è creare un grande polo bancario europeo e acquistare la banca tedesca, ma c'è un ma.
La politica si mette di traverso, lo stato subisce pressioni e, alla fine, al momento, tutto fermo. Lo stato non venderà più le sue quote e non consentirà alla banca italiana di essere proprietario in terra di Germania di una loro banca. Situazione di stallo.
Unicredit lancia , allora un'ops su Bpm, pensando di trovare maggior disponibilità in Italia. Ma, anche in questo caso, lo stato, in particolare Giorgetti dice che l'operazione non è concordata (come se Unicredit avesse dovuto farlo).
Come se non bastasse la politica utilizza immediatamente, la parola Goden Power strumento che consente allo stato di abolire il libero mercato e la libertà di agire come meglio si crede riguardo a ciò che ti appartiene ed è di tua proprietà. In pratica, viene meno il diritto di proprietà con uno stato che può imporre il proprio volere e costringere i singoli individui e le società ad abdicare ai propri dirittti.
E tutto questo avviene dopo infiniti proseliti a favore dell'unione tra banche per la creazione di poli europei in grado di competere a livello mondiale.
Ovviamente, questo atteggiamento tipico del peggior sistema socialista è una delle cause importanti per cui i capitali non investono in Europa e , anzi, se ne vanno dal continente. Una politica suicida.
Sia chiaro, la mia non è una difesa del sistema bancario verso il quale non ho il benchè minimo rispetto, ma gli accadimenti di Unicredit rappresentano solo lo spunto per denunciare il comportamento comunista degli stati europei.