Una riflessione celtica sulla comunità LGBT
Un'analisi più approfondita è necessaria
Premessa: chi scrive non prova un'avversione nei confronti di chi ha un orientamento sessuale diverso dal suo, ma anzi, è favorevole a quasi tutte le leggi che garantiscono le libertà individuali degli omosessuali, come il matrimonio civile e le adozioni per le coppie gay.
Detto questo però, è necessaria un'analisi più approfondita sulla strada che stanno prendendo, specialmente in questi ultimi anni, le organizzazioni a tutela delle cosiddette minoranze.
L'intento dichiarato è quello di ottenere maggiori diritti per le persone che vengono discriminate a causa del loro orientamento sessuale, oppure che scelgono di mostrarsi in pubblico con un d'identità di genere diversa rispetto al proprio sesso di nascita.
Per fare ciò chiedono ausilio alla politica, cercando di far passare delle leggi obsolete e dannose, vedasi il ddl Zan, fortunatamente affossato dal parlamento.
In fin dei conti sono fallaci sia i mezzi che i fini di questa comunità: l'individuo è la più grande minoranza del mondo, non ne esistono altre all'infuori di esso; per questo motivo la soluzione non è creare nuove leggi che offrano una maggiore protezione ai discriminati, bensì è imprescindibile
mettere in atto le norme già esistenti nel nostro codice penale.
Un esempio di ciò è il ddl Zan , una delle proposte di legge più liberticide nella storia della repubblica italiana, ovviamente sostenuto dalla comunità lgbt .Oltre ad introdurre in maniera vigliacca il reato di opinione, proponeva anche l'aumento delle pene per tutti coloro che picchiavano o maltrattavano persone con un orientamento sessuale o un genere diverso dal proprio.
In realtà questo tipo di reato è già presente nel nostro ordinamento, basta semplicemente applicarlo. Chi violenta altre persone è un criminale a prescindere dalle motivazioni che portano a tale gesto.
Perché l'aggressione nei confronti di un pelato deve essere giudicata meno severamente
rispetto a un'aggressione nei confronti di un omosessuale? Le condanne vanno stabilite considerando le persone in quanto individui, non categorie che lottano tra di loro per la sopravvivenza.
Maurizio Mombelli