LO STATO IMBARAZZANTE DEI MEZZI PUBBLICI E
L'IPOCRISIA "VERDE"
Ogni giorno migliaia di italiani si avvalgono dei mezzi pubblici, nella maggior parte dei casi per recarsi a scuola e al lavoro. Allo stesso modo, ogni giorno, migliaia di cittadini sono costretti a pagare una quantità irricevibile di tasse nella speranza che i trasporti siano efficienti.
In realtà tutto ciò non è abbastanza per far sì che essi funzionino quantomeno in maniera sufficiente. La situazione più disastrosa è senza ombra di dubbio quella che riguarda il sud Italia,
dove sono presenti tre regioni( Campania, Sicilia e Calabria) che si sono classificate nelle ultime posizioni della classifica riguardo alla soddisfazione dei cittadini rispetto ai mezzi pubblici.
E si fa presto a capire il motivo: i problemi di varia natura, come ritardi e cancellazioni improvvise, oppure lo scarso controllo igienico su autobus e treni, sono solamente la conseguenza visibile della cattiva gestione da parte degli enti pubblici.
Il caso più emblematico è quello della Regione Campania, che affida il controllo di questo servizio
direttamente a operatori privati scelti dalla regione stessa, senza passare per bandi o gare d'appalto, dunque senza un reale confronto competitivo.
E come se non bastasse il rinnovamento delle concessioni, avviene attraverso delle proroghe, le quali vanno ad alimentare il sistema clientelare che pervade tutta la sfera degli organi pubblici in Italia. La situazione al nord è leggermente migliore, sebbene anche qui si sia ben lontani dal raggiungere gli standard europei.
La regione più strutturata sotto questo punto di vista è la Lombardia, nonostante anch'essa abbia un drastico peggioramento negli ultimi anni. Il fatto più eclatante, è il costante aumento del costo del biglietto e degli abbonamenti; è eclatante perché anche al nord come al sud, il servizio dei trasporti è affidato ad aziende con partecipazioni pubbliche, se non direttamente gestite dalle amministrazioni locali, come l'ATM a Milano.
Grazie a questo meccanismo, i vari comuni sfruttano la situazione di monopolio per fare cassa e sperperare il denaro dei contribuenti. Ma il fatto più singolare è di natura ideologica: i maggiori rincari sono avvenuti a Brescia e Milano, due città con amministrazione di centro-sinistra, dunque comuniste.
Quella sinistra, che da anni ci racconta quanto siaimportante utilizzare i mezzi pubblici al posto dell'auto privata per contrastare l'inquinamento. É abbastanza palese che in questa fattispecie i mezzi non coincidono per niente con il fine.
Sono solo parole al vento, che si disperdono in un intricato labirinto ideologico senza via d'uscita, tipico delle tendenze progressiste-ambientaliste.
La soluzione migliore per risollevare la situazione del trasporto pubblico è solo una: liberalizzazione e privatizzazione! In questo modo ne gioverebbero sia i viaggiatori, che vedrebbero migliorare
sensibilmente la qualità del servizio offerto, sia i lavoratori del settore, che a loro volta vedrebbero migliorare la condizioni di lavoro senza rischiare ogni due per tre di dover ricorrere allo strumento dello sciopero.
Maurizio Mombelli